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1. IL LABORATORIO DELL’OULIPO |
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I n viaggio in auto da Parigi a Lione, un
gruppo di amici scrittori, dopo essersi fermati a pranzo,
lottando contro la naturale sonnolenza postprandiale e la
noia dell’autostrada, presero a conversare
dell’incomparabile Montserrat Caballé. Bastò il nome di
quella sublime interprete per scatenare una febbre omofonica
che diventò presto furore e afferrò il gruppo continuando a
possederlo ben oltre il viaggio. Se questo furore trovò
fine, fu solo perché si era ormai giunti alla centounesima
(!) metamorfosi del nome della cantante e perché una certa
esasperazione cominciava a serpeggiare tra il pubblico che
attendeva che quegli scrittori si decidessero a parlar loro
di letteratura (ciò per cui erano stati invitati).
Bastano solo poche di quelle metamorfosi
per dare idea degli effetti di quella contagiosa febbre
omofonica.
Il 20 gennaio 1793, l’infelice Luigi XVI
disse a Maria Antonietta: – Ho paura della ghigliottina – e
lei rispose: Mon cher, t’as qu’à pas y aller! (Mio
caro, non hai che da non andarci!).
Mon Chirac a baillé
(Il mio Chirac ha
sbadigliato), è l’espressione attribuita all’allora
Presidente Giscard a proposito di una disattenzione del suo
primo ministro.
Ed ancora. L’innamorata mormora al focoso
amante: – Ti preferisco nudo, mon chéri, qu’habillé
(mio ciccino, anziché vestito!).
Di quel gruppo di amici facevano parte
Georges Perec, Harry Mathews e Paul Fournel: tre esponenti
dell’OULIPO (l’Ouvroir de Littérature Potentielle),
il sodalizio nato in Francia nel 1960. A fondarlo erano
stati Raymond Queneau (l’autore di Zazie nel metro e
degli Esercizi di stile) e François Le Lionnais: un
letterato con la passione per le scienze esatte ed un
matematico amante delle belle lettere.
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