Nota
 

Gli amici di Grosseto mi chiedono il testo della "conferenza" che ho tenuto nell'aprile del 2003. In realtà non si trattava di una conferenza, vista la presenza sul palco con me del grande Alessandro Bergonzoni e il tono fortunatamente informale della serata. Avevo semplicemente parlato di vari tipi di rovesciamento linguistico, sulla base di una scaletta improvvisata e che non ho più. Non mi aspettavo una pubblicazione del testo. Ma non volendo mancare all'appuntamento mi trovo ora a mettere assieme alla bell'e meglio alcuni materiali che vanno nel capitolo palindromico del mio Incontri con la Sfinge (Einaudi, in corso di pubblicazione): ci sono alcuni dei miei esempi preferiti e altre cose, ma certo l'atmosfera della serata grossetana con Alessandro Bergonzoni non si può riprodurre: la conosce chi c'era.

 
1.
 

Un video giapponese ha per titolo "Ura Aru", frase che significa "il rovescio esiste!". Il titolo è meraviglioso perché Aru è appunto la lettura rovesciata di Ura (A, R, U - U, R, A), quello che gli enigmisti italiani chiamano un "bifronte". Quindi il titolo giapponese dimostra nei fatti quello che afferma con le parole: il rovescio esiste! etsise oicsevor li!

La lingua non ha un rovescio: ne ha molti e ogni rovesciamento ha a sua volta due facce, una drammatica e l'altra gioiosa, una angosciosa e una clownesca, una vòlta alla morte e l'altra fanciullesca: a testa in giù finiscono tiranni e funamboli.


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